La Sestri dei tessuti di Giglio Bagnara

Contatti
Indirizzo:  vi Sestri 46
C.A.P.:  16154
Comune:  Genova, Sestri Ponente
Telefono:  010/60241

E’ una saga di spiccate intuizioni commerciali quella della famiglia Bagnara che si intreccia con la storia di Sestri Ponente a partire dal giorno 17 settembre 1820 con la nascita di Angelo Bagnara e si protrae fino ai nostri giorni.

Le origini
Figlio di Caterina Traverso e Girolamo Bagnara, Angelo nasce nella casa di Sestri Ponente (immagini), il comune genovese in cui ha sede anche la fabbrica di cappelli del padre. Nelle guida del tempo viene presentata come una fabbrica conduzione famigliare caratterizzata da una produzione casalinga. Fu il giovane Angelo (foto) a modificarla in un’industria spostandola da viale Canepa, al civico 121 di via Paglia proprio negli anni a cavallo della prima guerra d’indipendenza. Anni certamente difficili ma in cui si andava consolidando l’uso dei cilindri: feltri leggermente conici usati soprattutto dalle teste calde dei liberali. Un’ottima possibilità di sviluppo per l’industria dei Bagnara che per la propria produzione iniziava a necessitare di manodopera specializzata. Obiettivo non facile perché Sestri Ponente offriva persone altamente qualificate nella produzione di barche ma non raffinati cappelli di feltro. Angelo Bagnara, oltre a trasformare l’azienda di famiglia in una notevole macchina di produzione di cappelli occupando un posto di rilievo nel panorama industriale della cittadina, fu per circa trentacinque anni consigliere e assessore anziano del comune di Sestri Ponente. In questi anni la città fu attraversata da numerose novità come la costruzione del Teatro Sociale di piazza dei Micone, l’adozione del sistema di illuminazione a gas per le strade e l’istituzione di un asilo infantile a sostegno delle famiglie povere. Iniziative sociali a sostegno del popolo furono sempre una prerogativa della famiglia Bagnara. Caratteristica che si consolidò negli anni con i figli di Angelo. Dal matrimonio con Maria Tubino, avvenuto nel 1847, nacquero infatti ben quindici figli: tredici maschi e due femmine. Quando i figli furono in età da poter iniziare a lavorare, vennero gradualmente introdotti nel ciclo produttivo di famiglia. L’azienda era ulteriormente cresciuta e si era affermata in tutta Italia per la sua raffinata produzione: lo stesso Borsalino compì il suo apprendistato dai Bagnara. L’entrata dei figli permise un ulteriore allargamento e la diversificazione del lavoro: la produzione fu divisa in tre settori, ciascuno assegnato a due figli. Le tre diverse attività diventarono ditte autonome con la morte di Angelo Bagnara, avvenuta all’età di 65, il giorno 23 novembre 1885. A Giglio e Callisto toccò il negozio di tessuti.

Giglio Bagnara
Come gli altri fratelli anche Giglio e Callisto portarono avanti l’industria che il padre aveva avviato nel 1869 quando aveva deciso di estendere l’attività anche ai prodotti tessili. Giglio a differenza degli altri fratelli rimase da solo a condurre l’attività perché Callisto scelse la vita claustrale. Il primo cambiamento da parte di Giglio all’azienda fu spostare la produzione tessile da Via Paglia sede del cappellificio, all’odierna via Biancheri (1875) che negli anni fu protagonista di numerosi allargamenti dettati dal successo produttivo e dalla diffusione della moda. Insieme all’attività commerciale, Giglio Bagnara ebbe un ruolo rilevante anche nel contesto politico (consigliere comunale )e sociale (fondatore della società di mutuo soccorso SS Pietro e Paolo e N.S. Assunta) e, proprio come il padre fece tanto per i sestresi negli anni in cui dominava la crisi economica della grandi industrie di Sestri. Tra impegni politici e sociale Giglio riusciva comunque a dedicarsi con impegni alla sua azienda e a farla crescere grazie ad intuizioni commerciali formidabili: nel 1902 acquistò Palazzo Lomellini (link in cui si possono trovare le descrizioni del palazzo e le modifiche fatte a scopo commerciale – foto – citare anche Ugo Foscolo) in cui aprì il negozio di tessuti più importante dell’epoca con 500 metri quadrati di scaffali. L’intuizione di Giglio venne proprio al momento giusto. Gli anni del 900 furono quelli in cui in tutta Europa sorgevano grandi magazzini a dettar regole sulla moda del momento: Harrods a Londra, Printemps a Parigi, l’emporio Aux Villes a Milano e La Rinascente. La Sestri del “o poae” come Giglio veniva chiamato dai suoi concittadini era una cittadina di operai e i grandi magazzini erano meta di pochi. Giglio Bagnara ebbe una nuova e notevole intuizione commerciale: inventò il “monte” (inserire accordo con l’azienda della regia Manifattura tabacchi e il monte corredo per le spose) la prima formula di pagamento rateale. Ciò permise all’azienda di incrementare gli affari e agli operai di pagare poco alla volta gli abiti e i tessuti di Giglio Bagnara.

La prima, la seconda guerra mondiale e il periodo tra le due guerre
Con lo scoppio della prima guerra mondiale Genova ebbe un ruolo fondamentale nella produzione bellica: Ilva, Ansaldo, il proiettificio di Sestri furono impegnati nella lavorazione della armi e controllate dalle autorità militari tanto che nel 1917 la città fu dichiarata “zona di guerra” insieme alle altre città del triangolo industriale. La guerra fu causa di distruzione e dolore ma la sua fine decretò anche un insieme di cambiamenti sociali: l’universo femminile era irriconoscibile. La guerra aveva trasformato le abitudini del vestire delle donne: i vestiti accollati, lunghi fino ai piedi avevano lasciato campo libero a gonne svolazzanti che mettevano in mostra le gambe coperte da calze velate. La guerra si portò via anche lo scomodo busto, così come le velette che preservavano le donne dagli sguardi indiscreti degli uomini. Un’altra novità dell’universo femminile fu anche il venir meno della differenza tra contessa e sartina: eliminati i carissimi pizzi, merletti e passamanerie anche le figli e spose di operai potevano permettersi abiti eleganti, tacchi e guanti. Purtroppo però anche questo fiorente periodo per l’azienda fu breve perché si stava avvicinando un periodo tragico: la crisi economica del post guerra. I venditori e i commercianti furono accusati di mantenere prezzi troppo alti e furono bersaglio di manifestazioni e assalti da parte della popolazione. Anche Giglio Bagnara subì il “prezzo politico” e fu costretto a vendere al cinquanta per cento senza riuscire a coprire le spese del costo della merce. Il 28 settembre 1927 Giglio Bagnara muore lasciando le redini dell’azienda al figlio Diego, nato dal matrimonio con Giovanna Ventura. Diego è un ragazzo conosciutissimo a Sestri per le sue abilità di calciatore e per aver fondato nel 1917 il gruppo scout del paese “Riparto Sestri Ponente 1”. Ideale per portare avanti lo spirito dell’azienda sestrese. Diego lavorò a fianco del padre nell’azienda dall’età di 19 anni imparando tutti i trucchi del mestiere e acquisendo quella capacità di intuizione commerciale. Tuttavia gli anni che si trovò a dover affrontare furono difficili: il fascismo e la seconda guerra mondiale non permisero quello sviluppo e crescita economica confermatasi duranti gli anni di Giglio Bagnara ma gli garantirono comunque buone vendite. L’azienda alla fine degli anni venti e trenta aggiunge la vendita degli abiti fatti alle stoffe e tessuti. Il primo articolo confezionato e messo in vendita fu un impermeabile da uomo della “san Giorgio”, storica azienda genovese del commendator Ariodante Borelli. Anche la seconda guerra mondiale, così come la prima, si portò via abitudini, usanze e mode precedenti. Il primo dopoguerra fu quello segnato da una grossa crisi. Durante la guerra le persone si erano abituate al risparmio e alla ricostruzione di un paese distrutto e la Giglio Bagnara ne uscì svuotata di sostanza e riserve: era rimasto il locale e il nome.

Il boom economico di Bagnara
Ci vollero circa dieci anni perché questa abitudine al risparmio tramontasse. Finalmente con il boom economico degli anni ’60 l’azienda poté ritrovare vendite considerate normali, grazie anche alla ripresa economica delle industrie tessili italiane. Erano nuovamente cambiate le abitudine della gente. I giovani volevano vestire alla moda: volevano i “jeans”, i camiciotti a scacchi, le scarpe da tennis e i giubbotti con le scritte sulla schiena. Questo ebbe conseguenze formidabili per le vendite di Giglio Bagnara che in questi anni ampliò il proprio edificio. Venne aperto il nuovo reparto di confezione: settecento metri quadrati di spazio dedicato alle signore. Via Sestri aveva intuito che di li a poco sarebbe diventata la strada della Moda: Bagnara partecipa a Euromod, un’associazione internazionale che raggruppa i principali negozi di moda che durò fino al 1976. Gli anni di Euromod furono anche quelli che rappresentarono il periodo di massima espansione di Bagnara: venne ampliato ulteriormente il negozio che nel 1969 si presentava ai clienti totalmente rinnovato nei suoi oltre 5000 metri quadrati. Parallela all’ampliamento dei locali avveniva l’ampliamento della gamma di vendita. Bagnara oggi Con la scomparsa del patriarca, l’azienda passa a Camillo Saccomanno figlio di Maria Bagnara, secondogenita di Giglio e Giovanna Ventura, presidente d’azienda e Paolo Pescetto amministratore delegato, figlio di Licia, ultimogenita di Giglio e Maria Gnecco e Franco Pescetto. Durante gli anni ’80 venne nuovamente ampliato l’organico e lo spazio commerciale: il negozio era trasformato di tante boutique con angoli “firmati” e selezione della più grandi “griffe” italiane e straniere. Venne restaurato anche Palazzo Lomellini grazie al restyling dell’architetto Marina Montolivo Poletti che dedicò una parte de piano nobile alla realizzazione di un caffè-ristorante, “il caffè dei Glicini”. Nel 1991 vennero aperte altre sale destinate a mostre. Questa avevano una duplice valenza: da una parte veniva creata una splendida cornice culturale della città di Genova e della realtà sestrese, dall’altra venivano organizzate con fini aziendali, facendo pubblicità alla ditta. A partire dagli anni queste mostre ebbero cadenza regolare e ad oggi se ne contano davvero moltissime. Oggi l’azienda di numerose griffe provenienti da Francia, Germania e Inghilterra.

LINK
casa di Sestri Ponente Viale Canepa dove c’era sia la Villa dei Bagnara che la fabbrica dei cappelli di Feltro. bisogna cercare foto dell’epoca. Siamo nel 1820

Borsalino
Giuseppe Borsalino (18334-1900), il fondatore dell’azienda che ancora oggi in tutto il mondo è sinonimo indiscusso di cappello elegante, compie parte del suo apprendistato proprio a Sestri Ponente, dai Bagnara. Si presenta all’azienda nel 1851, dopo quattro anni di attività nella bottega artigiana di Sebastiano Camagna ad Alessandria e resta per un certo periodo di tempo a lavorare nel cappellificio di Angelo Bagnara. In seguito, per impadronirsi di tutti i segreti del mestiere, trova impiego in varie località della Franca, fra cui la famosa cappelleria Berteil di rue Du Temple a Parigi. Tornato in patria, fonda nel 1856 ad Alessandria il proprio laboratorio artigianale per la produzione di cappelli di feltro, introducendo processi produttivi d’avanguardia, utilizzati ancora oggi, che ne decretano l’immediato successo. L’azienda che esporta in tutto il mondo subisce un graduale ridimensionamento a partire dagli anni Quaranta, a causa del minore utilizzo dei cappelli come parte del vestiario abituale ma resta intatta la sua fama mondiale, che nel 1970 ispira perfino un film intitolato “Borsalino & Co.”, interpretato da Jean Paul Belmondo.