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In certi casi la fotografia suscita sorpresa in chi la osserva a distanza di tempo: quando e perché e talvolta dove il fotografo ha deciso di riprendere quell’immagine, di fermarla per sempre e di tramandarla in quella forma? Una spiaggia urbana ripresa in anni in cui i bagnanti cercavano refrigerio nel mare o si sdraiavano al sole, mentre ai bordi sorgevano ancora costruzioni provvisorie e capanni per la pesca.. Un mare spesso appena suggerito ai margini dell’inquadrature, perché importante era la figura umana; le costruzioni e l’acqua erano soltanto la cornice, l’occasione contingente per tramandare il ricordo di un momento felice. Ecco allora le foto di bagnanti in posa, a gruppi, evocanti momenti di allegre gite, di compagnia. In certi casi si tratta di gruppi compositi per età e sesso, appartenenti allo stesso ceto sociale. Ciò che per primo colpisce in questo caso sono i costumi da bagno: ascellari o con monospalle o bretelle per gli uomini, veri e propri abiti, spesso scuri bordati di bianco per le donne. Per i bambini semplici slip. Per tutti, molto spesso, cappelli “da spiaggia”: in stoffa, paglia o fazzoletti annodati in maniera originale.
Altre volte si tratta di gruppi omogenei: donne – con bambini e bambine – ragazzi, vigorosi nuotatori che esibiscono il loro fisici non ancora palestrati…
La storia prende forma solo se la si guarda e per guardarla bisogna esserne esclusi: si tratta della vita di persone che appartengono alla generazione precedente alla nostra, contemporanea ai nostri nonni o al massimo ai nostri bisnonni, poco tempo fa, in termine di anni, ma tantissimo tempo fa in termine di cambiamenti di vita. Sappiamo che nel solo XX secolo il progresso tecnologico è stato superiore alla somma dei progressi verificatisi nel corso di tutti i secoli della storia dell’uomo precedenti. Osservare una fotografia è come ripercorre a ritroso il tempo, rivivere la vita delle persone che ci hanno preceduto di poco nella storia.
Quelle persone sono state là, hanno voluto concludere una giornata di festa, o interrompere le loro attività di una giornata di festa, per porsi davanti all’obiettivo affidando al fotografo il compito di fissare per sempre quel gruppo, in modo che, nelle diverse copie, a distanza di anni, ciascuno potesse ritrovarsi, individuarsi tra tante altre persone e ricostruire una pagina di storia personale.
Tutte quelle persone si erano messe in posa, hanno deciso di collocarsi in un certo modo per essere tutte ben visibili, per creare un gruppo armonioso Guardando quelle foto si ritrova l’istante di tanto tempo fa, l’immobilità della foto presente sulla registrazione passata. Chi si è posto davanti all’obiettivo è rimasto per sempre impresso sulla carta fotografica , ricorda per sempre che chi è qui adesso, davanti ai miei occhi che lo guardano, che lo cercano tra tanti volti, è stato là, un tempo, insieme a quelle persone ed ha deciso di tramandare nel tempo il ricordo di sè di coloro che gli erano attorno. La fotografia per alcuni ha l’effetto di rievocare il passato (Proust) per altri di attestare che ciò che si vede è effettivamente stato.
La data è importante, perché, leggendola, si può fare subto il conto degli anni che separano dalla foto. Una foto del 1900 ritrae persone che oggi sono tutte morte, anche quei bambini dall’espressione fiduciosa o spaventata, anche quei neonati protetti dalla luce del sole da…In questo senso la foto punto di riferimento, misura del tempo, in cui io divento protagonista,, sia pure esterno. La foto dice sicuramente ciò che è stato, la foto sembra non menta mai, può mentire sul senso della cosa, su alcuni particolari, quasi mai sulla sua esistenza. Ogni foto è un certificato di esistenza.