Una città diversa, bella e condizionata da spazi e strutture. Giustamente e non a caso il titolo della rassegna è Bellezza Imprigionata. Le immagini della galleria fotografica sono state tratte dal volume: Bellezza Imprigionata, appunto, nato da un’idea di Giacomo Ricciuti, amministratore di alcuni condomini del Medio Ponente: in via Antonio S. Elia, via Piero Maroncelli, via della Benedica, via Pietro Metastasio, via Baldovino Biglietti, via Due Dicembre.
Perché, si chiede Antonello Cassan, l’editore, un privato, un professionista, ha sentito la necessità di pubblicare un libro, far sviluppare il suo progetto dalle fotografe Elisabetta Goggi e Diana Lapin , di organizzare una mostra e rendersi ambasciatore, in questo modo singolare, per gli spazi abitativi di 4500 famiglie? Si sente spettatore di qualcosa che non va da troppo tempo e vede i suoi amministrati sempre più deboli e sempre meno ascoltati? Interi quartieri scivolano pericolosamente nel degrado? Sente la necessità di sollecitare i pubblici doveri…?
Basta addentrasi nella mostra, nelle splendide immagini, per capire il senso dell’abitare in questi spazi, spazi che si possono ben identificare in tante città italiane ed europee. Le immagini sono un testo scritto, fanno leggere, intuire a tutti noi e attendono risposte per liberare la bellezza che contengono.
La loro forza evoca emozioni che, più delle parole, rendono la misura di ciò che vogliono rappresentare. Chiaroscuri, ombre, luci, colori, segni, spazi, corpi e persone diventano metafora di architetture e di vita quotidiana.
Come osserva Elisabetta Papone, si tratta di immagini che non lasciano indifferenti, anche perché sanno utilizzare il ritmo, il linguaggio, le inquadrature giuste. Rientrano a pieno titolo, e consapevolmente, nella tradizione della fotografia “impegnata”: che è tale non solo e non tanto perché si occupa di temi di interesse collettivo, ma perché lo fa in maniera dichiarata, trasparente, senza paura di schierarsi e prendere posizione. Va da sé che GenovaFotografia, progetto nato all’interno dei musei civici genovesi per promuovere e valorizzare la cultura fotografica diffusa sul territorio, senta profondamente congeniale ai propri intenti questo lavoro.
In tal modo il simbolismo magico dell’arte fotografica diventa spunto per un importante traguardo di rinnovamento per questi ambienti urbani. Luoghi ai margini diventano i protagonisti di sensazioni mai sopite in ciascuno di noi: la rappresentazione di ciò che si ammira, si fa emozione, turbamento, sottile inquietudine, si trasforma in desiderio di rinascita.