Ore 14.00 del 16 giugno 1944. Genova era ormai la città da punire nel suo cuore operaio e industriale, il più combattivo che, con nuove manifestazioni di sciopero, si era dimostrato ancora indomito e ostile.
Reparti armati tedeschi e forze fasciste circondarono la S. Giorgio, la SIAC, l’Ansaldo, la Piaggio e bloccarono i lavoratori che tentavano di fuggire. Armi alla mano procedettero alla selezione dei più giovani e li caricarono su vagoni ferroviari. Circa 1300 rimasero in trappola. Qualcuno riuscì a fuggire, qualcuno morì nel tentare di farlo gettandosi dal treno, qualcun altro fu colpito dai nazisti nel corso del tentativo. Per gli altri la meta fu inizialmente Mauthausen, poi uno dei campi di lavoro forzato del Reich. Alcuni non tornarono.
I loro nomi si aggiunsero al martirologio delle deportazioni che già comprendeva gli ebrei prelevati nell’autunno precedente, gli antifascisti catturati singolarmente, le vittime delle rappresaglie.
(estratto da “16 giugno 1944: un atto di guerra tedesco contro gli operai genovesi”di Antonio Gibelli – Università di Genova)
Programma: