Presentazione della Mostra Espressionismo Tedesco 1905 - 1913 da Kirchner a Nolde

"L'uomo è una corda tesa tra la bestia e l'uomo nuovo, una corda che attraversa un abisso... la grandezza dell'uomo sta nel suo essere un ponte, non un fine" Nietzsche

Lunedì 16 ottobre alle 17.30 presso l'Auditorium Ex Manifattura Tabacchi (via Bottino 6 - Sestri Ponente) avrà luogo, a cura di Gianni Franzone, la presentazione della rassegna sulla nascita dell’Espressionismo Tedesco che aprirà le porte al pubblico dal 6 marzo al 12 luglio 2015 nella prestigiosa cornice di Palazzo Ducale a Genova.
L'esposizione è realizzata in collaborazione con il Brücke Museum di Berlino, curata da Magdalena Moeller, direttrice del Brucke Museum di Berlino.

Il termine Espressionismo Tedesco deve la sua origine principalmente alla fondazione del movimento Die Brücke ("Il Ponte") da parte di Fritz Bleyl (1880-1966), Erich Heckel (1883-1970), Ernst Ludwig Kirchner (1880-1938), Karl Schmidt-Rottluff (1884-1976) a Dresda il 7 giugno 1905. Lo scopo di questi artisti è quello di gettare un ponte tra la pittura classica neoromantica e un nuovo stile che si definirà in seguito come "espressionismo".  

In mostra oltre 150 opere tra dipinti, stampe e disegni dei fondatori del gruppo, tutte provenienti dal Museo berlinese a documentare una rivoluzione artistica, nel fermento che porterà l'Europa alla Grande Guerra del 15-18 di cui quest'anno si ricordano i cento anni.

L'espressionismo tedesco nasce dal vissuto degli artisti, è la ricerca del soggettivo nella realtà che li circonda. Le metropoli, la vita di strada, il circo, stimolano riflessioni sulla solitudine dell'uomo, sull'alienazione dell'individuo, sull'immoralità. Il segno incisivo - utilizzato ad esempio da Kirchner nel suo Nudo disteso davanti allo specchio del 1909 –  e la gamma cromatica acida e accentuata divengono tratti distintivi di questo movimento. Se gli impressionisti cercavano di fissare un'impressione sulle loro tele, e si dedicavano alla realtà esteriore, l'espressionismo si dedica all'emozione, alla sensualità, al raggiungimento di una espressione efficace, capace di stimolare, impressionare, coinvolgere lo spettatore. La pittura accademica viene abbandonata per favorire la ricerca della pittura volitiva: la volontà di cambiamento è uno dei principi dell'espressionismo tedesco.

Negli anni della guerra alcuni espressionisti guardano al grande conflitto come alla possibilità di un nuovo ordine sociale. Una guerra mondiale può essere il colpo di spugna da loro desiderato per far nascere un nuovo stile di vita: si auspica la purificazione dell'Europa, il tramonto di tutte le antiche strutture di potere. Molti artisti, animati da questi principi, si arruolano e combattono al fronte come volontari, ma il risultato è quello di prender coscienza degli orrori della guerra, che sconvolge al punto di portare molti di loro ad abbandonare la pittura. In altri casi, la guerra diventa contemporaneamente fonte di ispirazione, incubo, ossessione.

Dopo la guerra l'espressionismo tedesco si trasforma, assumendo connotazioni esasperatamente realistiche che si spingono fino all'estrema durezza, alla brutalità, alla rappresentazione dell'orripilante con artisti in grande debito verso i pittori del Brucke come Otto Dix (1891-1969), Max Beckmann (1884-1950) e George Grosz (1893-1959).

L’esposizione di Palazzo Ducale documenta dunque la varia creatività artistica all’interno di questo gruppo rivoluzionario che riportò l’arte tedesca sulla scena internazionale a un livello qualitativo pari a quello delle opere dei fauves, dei cubisti o ancora, dei futuristi italiani.  

 

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