L’Associazione Jazz Lighthouse organizza la presentazione / concerto del disco
Seven On The Bridge
Venerdì 21 gennaio 2010, ore 21.00
Villa Bombrini, via Muratori 5, Genova
R.S.V.P.: info@jazzlighthouse.it - 3494259796 - 3394337476
Secondo CD inciso dal Parithetical Jazz Trio di Massimo Currò (chitarra), Emanuele Dachaud (contrabbasso) e Carlo Milanese (batteria). Un lavoro prodotto dall’Associazione Culturale Jazz Lighthouse, che da anni opera valentemente sul territorio genovese per promuovere la conoscenza e la diffusione delle note afroamericane.
Significativo il nome di questa giovane formazione genovese, a sottolineare l’uguale importanza degli elementi che la compongono, la parità tra i musicisti e gli strumenti coinvolti in un libero gioco di interazione tra le parti senza precostituite gerarchie, sulla scorta (potremmo dire) della lezione del primo leggendario piano trio di Bill Evans. Un paragone certo azzardato, anche da un punto di vista strettamente stilistico, ma utile a posizionare meritevolmente questo manipolo di abili musici nel pieno solco della tradizione jazzistica.
Proprio come consumati jazzmen, infatti, i nostri protagonisti attingono a piene mani al vasto repertorio sintattico dell’idioma jazzistico, alternando interessanti composizioni in stile (moderno ovviamente) alla piacevole riproposizione di celebri standards. Il tutto con molta naturalezza e adeguate doti tecniche ed espressive al servizio di un mainstream non paludato, ma vivo e scintillante. Brillano i brani originali di Carlo Milanese (qui in veste di batterista), per la verità l’unico dei tre a cimentarsi in questo caso con l’arte della composizione, la buona disinvoltura di Dechaud, con il suo elegante pizzicato sul contrabbasso, e l’arioso tocco sulle corde, unito a sempre interessanti soluzioni melodiche e armoniche, di Massimo Currò alla chitarra.
Come nel precedente Playing (Music Center 2009), anche in questa nuova registrazione il terzetto si trasforma in sontuoso quintetto con l’aggiunta di due eccellenze del jazz genovese e nazionale: il pianista Andrea Pozza, rimasto al suo posto nel ruolo di speciale guest star del progetto, e il polifiatista Claudio Capurro, che ha invece sostituito il sassofonista Claudio Chiara.
Pozza dispiega al meglio l’ormai riconosciuta liricità del suo pianismo, fondato su un tocco morbido e personale, un luminoso fraseggio dall’andamento classico, e un notevole gusto melodico. Prezioso, per altro, anche il suo apporto compositivo al disco con un suggestivo blues dal titolo indicativo: New Blues Idea, avvincente traccia di apertura. Capurro, dal canto suo, ottimo e dal suono inconfondibile al sax alto, perfettamente a suo agio al flauto traverso, si dimostra, ancora una volta, musicista dalla classe cristallina per duttilità, capacità tecniche e immediatezza espressiva.
Nove le tracce complessive, quattro i brani firmati da Carlo Milanese, tra i quali meritano una segnalazione particolare, oltre all’elegante Seven On The Bridge (quieta e avvolgente title-track), la coltraniana Potomak e la rasserenante Like Bill, che precede la finale e gradevole rivisitazione di due dei quattro standards riproposti nel cd: un’intima versione di Over The Rainbow (interpretata dal solo trio) e una gioiosa esecuzione di If I Where a Bell. Una chiusura solo apparentemente scontata, perché le due ballad sono affrontate con serietà e impegno, sia sotto il profilo interpretativo, che sotto quello strettamente musicale. Un’ulteriore autentica testimonianza d’affetto per quell’avvincente narrazione, dalla vicenda pressochè infinita, che è la storia del jazz.
Marco Maiocco