Sicuramente non si può dire che sia un veterano della pittura, ma figlio d’arte sì. Si presenta così Davide Di Donna, giovane pittore genovese, protagonista di un’esposizione pittorica in Saletta delle mostre, a Sestri Ponente. Davide, infatti, nonna pittrice, si è avvicinato alla pittura solo un anno fa, scoprendo un mondo nuovo, meraviglioso. Un mondo in cui poter esprimere i propri sentimenti, le proprie idee, la musica solo con l’ausilio di un pennello.
Nei suoi quadri Davide parla del jazz, la sua musica preferita, dei Beatles, dei mitici anni ’80, utilizzando colori come il viola, il giallo e il rosso, colori che richiamano proprio le atmosfere di quegli anni. La sua poetica affronta anche temi più profondi, dedicando un intero ciclo di opere ai malati mentali, con coinvolti in svariati mestieri. Attraverso questi quadri Davide vuole lanciare un messaggio preciso: questa povera gente, questi “matti”, molte volte sono solo persone più sensibili, e in quanto tali, meriterebbero una considerazione differente.
Chiacchierando, il giovane pittore confida di dipingere solo con colori acrilici, utilizzando qualche volta la tecnica del collage, come, per esempio, nella tela dove sono protagonisti i quotidiani, nella quale alterna articoli di giornali ingialliti a “mucchi” di pittura più o meno consistenti, per esaltare la pesantezza di alcune notizie piuttosto che altre.,Evidente l’ispirazione derivata del cubismo e dalla pop art: in una delle sue tele è, infatti, palese il riferimento a Picasso, rivisto in chiave moderna.
Le tinte fondamentali della pittura di Davide sono il bianco, il nero e il rosso ma, talvolta, l’autore riesce a spaziare con una vasta gamma di colori intensi e brillanti, adattandoli al proprio sentire e a il suo obiettivo comunicativo
Insomma, la mission di questa piccola mostra è proprio il voler mettere in scena il quotidiano vita vissuta ed emozioni, con tutte le loro imperfezioni, dal personalissimo punto di vista di questo esordiente e talentuoso artista genovese. Da qui nasce appunto il titolo, “visioni imperfette”.