A tre mesi dall'alluvione il sindaco di Genova tira le somme. Il Comune ha sistemato le emergenze ora tocca al governo trovare i fondi per la messa in sicurezza definitiva di territorio e rivi
Di Simone D'Ambrosio
Mentre Sestri prova lentamente a riprendersi dalla paralisi totale, a tre mesi dall’alluvione il sindaco Marta Vincenzi torna a Roma a battere cassa insieme al presidente della Regione Claudio Burlando. Non solo per i 10 milioni promessi da Bertolaso per la messa in sicurezza delle urgenze e non ancora giunti in Regione, ma soprattutto per il finanziamento di tutti gli interventi necessari alla sistemazione definitiva del territorio. L’auspicio del sindaco è che l’esecutivo dedichi alla Liguria la stessa attenzione e gli stessi aiuti riservati al Veneto, anch’esso recentemente flagellato dal maltempo.
In sostanza, il Comune ha anticipato quasi tutto il necessario per coprire i lavori impellenti: rispetto ai 12 milioni inizialmente previsti tramite esborsi diretti e interventi delle società partecipate (Amiu, Aster e Iren) anche nell’ambito del Contratto di servizio, restano da coprire 859 mila euro. A questa cifra vanno però aggiunti ancora 1,6 milioni di euro per una serie di nuove emergenze sopraggiunte in corso d’opera: tra queste, le più sostanziose riguardano la risistemazione di via Sant’Alberto e la diramazione di via Rollino in località Rigetti.
In sintesi, mancano ancora poco meno di 2,5 milioni di euro per sistemare le urgenze più impellenti.
Ma non ci si può certo fermare qui. I 14 milioni di questa prima tranche sono un’inezia in confronto a tutti gli investimenti che sarebbero necessari per riportare definitivamente in sicurezza la zona sestrese ed evitare che in futuro possano ripetersi situazioni simili, intervenendo con decisione su tutti i rivi e i torrenti. Sono infatti stati stimati in quasi 2,7 milioni di euro gli interventi necessari per il ripristino di uno status quo di assoluta normalità, mentre l’intervento complessivo per mettere in sicurezza tutti i corsi d’acqua richiederebbe oltre 48 milioni di euro, escludendo i due torrenti di maggiore portata, Fereggiano e Bisagno.
Insomma, in totale mancherebbero quasi 54 milioni di euro. Una cifra di cui ci si aspetta si faccia direttamente carico il governo nazionale, visto l’importante investimento, pari a circa 300 milioni di euro, stanziato per i gravi danni subiti dal Veneto.
Tutto questo senza considerare il settore privato. I danni subiti da immobili e abitazioni arrivano quasi a 19 milioni di euro, a cui vanno aggiunti gli oltre 47 milioni per le attività economiche (artigianato, commercio, industria, servizi). Si tratta di altri 66 milioni, che innalzano notevolmenbte il totale a oltre 120 milioni di euro. Non ci resta che aspettare...e sperare.
Un pomeriggio di allegria nella delegazione per salutare le feste e rilanciare l’economia delle zone più colpite dall’alluvione, approfittando dei saldi. Musica e spettacoli anche per i più piccoli grazie a Music For Peace
Di Simone D'Ambrosio
Rilanciare Sestri in tutto e per tutto. Oltre ai necessari interventi per porre rimedio alle situazioni più gravi e mettere in sicurezza il territorio nel più breve tempo possibile, per cui sono già stati anticipati 5 milioni di euro, l’amministrazione ha deciso di concentrare tutta una serie di attività economico – culturali per riportare la gente in uno degli storici cuori pulsanti della città. In quest’ottica diventa fondamentale il sostegno e il contributo di tutte le aziende.
In questo caso, protagonista è Genova Parcheggi che grazie al suo intervento ha permesso l’organizzazione di We are Sestri, un pomeriggio di musica, danza e cabaret regalato a tutta la città. Una festa a chiusura definitiva del periodo natalizio e nei giorni più caldi dei saldi invernali.
Dalle 15 alle 18 in piazza Baracca e in via Merano andranno in scena gli amici di Music for Peace. A partire dal primissimo pomeriggio con uno spettacolo di burattini della compagnia Drago Rosso. Seguiranno i Malapaga in concerto, uno spettacolo di danza orientale con Anahita e la Compagnia Persepolis, le risate di Carlo Denei, Daniele Raco e Fabrizio Casalino, per chiudere nuovamente in musica con Esmen e One Night Band. E qualche altra sorpresa dell’ultima ora che l’entourage di Stefano Rebora non farà certo mancare.
Senza dimenticare la solidarietà nella solidarietà. Per tutto il pomeriggio sarà presente in piazza Baracca il SolidarBus, dove poter portare tutti i generi alimentari per le missioni di Music for Peace, magari dopo averli acquistati in una bottega sestrese.
Tanti eventi anche per i più piccoli che potranno anche ricevere 3000 biglietti omaggio per il Luna Park, messi a disposizione dagli stessi operatori dei “baracconi”: 2000 ingressi saranno riservati a chi approfitterà dei primi giorni di saldi e si recherà, scontrino in mano, in uno dei due punti di distribuzione in piazza Baracca e via Merano.
Un’iniziativa a tutto tondo, dunque, che cerca di sostenere il tessuto commerciale, che promuove la coesione sociale e non si dimentica della solidarietà pur in una situazione di emergenza. Nell’ottica di affiancamento di piccole opere ai grandi interventi necessari per la messa in sicurezza del territorio.
Mentre il Comune si prodiga alla ricerca di fondi e di collaborazioni fattive con i cittadini e le associazioni dei commercianti, da Roma tutto continua a tacere. Neppure gli insufficienti 10 milioni promessi a gran voce da Bertolaso, dopo il sopralluogo di ottobre, sono ancora giunti nelle casse della Regione. “L’unica colpa di Genova – chiosa l’assessore Farello con triste ironia – è quella di non trovarsi in Veneto. Ma è impensabile che anche le catastrofi abbiano un colore politico”.
Genova, 7 gennaio 2011
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Music for Peace. A partire dal primissimo pomeriggio con uno spettacolo di burattini della compagnia Drago Rosso. Seguiranno i Malapaga in concerto
Sestri è anche sapori antichi e buona tavola. Attraversando le strade di questo quartiere sono molti gli esercizi alimentari che si possono incontrare ed esplorare, numerosi quanto invitanti. Ecco quindi un breve tour gastronomico, realizzato tra gli angoli della Sestri che sa sedersi a tavola con gusto.
Sestri: attraversando le sue strade sono molti gli esercizi alimentari che si possono incontrare ed esplorare, numerosi quanto invitanti.
La prima tappa del nostro percorso è la Pasticceria Berretta, situata in via Biancheri 17, o “sotto i portici”, come dicono i sestresi; I cannoli sono la specialità della casa, e vengono preparati seguendo le disposizioni che la tradizione ha reso imprescindibili. Ma non solo; il banco delle paste è ricco e sempre fornito di dolci freschi e per tutti i gusti: se il buongiorno si vede dal mattino, sicuramente la giornata sarà dolce.
Caffè e Cannoli
Tommaso Berretta, il fondatore, della pasticceria ci racconta brevemente la storia di questo locale: “Questo esercizio nasce nel 1927 come bar, diventando nel 46 anche pasticceria, servendo ai sestresi, e non solo, la più dolce delle colazioni: caffè e cannolo”. Accompagnati da Attilio Canneva, sestrese doc e anima storica della comunità ponentina, raggiungiamo la seconda tappa del nostro tour, che si trova poco distante, in piazza Baracca, la Piazza dei sestresi.
Gelati d'Inverno
Eccoci all’interno della Gelateria Cucchi, gestita da Anna, Massimo, Enrico e Orietta: “Ogni giorno, tutti i giorni dell’anno, - ci spiega Orietta - prepariamo le creme, utilizzando prodotti genuini e tecniche artigianali”. La specialità? “Senza dubbio la pinolata è il nostro cavallo di battaglia – aggiunge Anna – e la richiesta dei nostri clienti ne è la conferma più evidente”.
Il pesto, una tradizione
Dopo qualche gustoso assaggio, muoviamo verso piazza Tazzoli, per visitare il Pastificio Artigiano di Tina Farina e Mauro Porco, dove regnano prodotti tipici come il pesto e i ravioli: “Abbiamo ordini che arrivano da tutto il paese per il nostro pesto – ci spiega la signora Tina – che viene preparato seguendo la ricetta secolare, e utilizzando solo prodotti della nostra riviera, tra cui il basilico d.o.p.”. Pesto ma non solo: il pastificio sforna quotidianamente chili di ravioli e di pasta, rigorosamente trafilata al bronzo “che rende la pasta leggermente porosa e ruvida, perfetta per trattenere il condimento”, come ci spiega Mauro.
Prima di mangiare, lavarsi le mani...
Accompagnati dal profumo dei sughi, percorriamo via Vigna, per fermarci brevemente al numero 79, da Savon Ecò, di Paolo Bianchi, negozio non alimentare ma estremamente significativo per chi ha a cuore un altro modo di fare commercio: “Il nostro esercizio – spiega Mauro – ha la particolarità di rivendere sapone artigianale sfuso, fornito da produttori locali”. Saponi di tutti i tipi, con una vasta gamma di aromi “per soddisfare una richiesta sempre in aumento, grazie alla sostenibilità ambientale del prodotto, perfettamente biodegradabile”.
Pane, focaccia e panettone
Dopo questa breve parentesi, torniamo ad occuparci di gastronomia, sempre accompagnati da Attilio Canneva, che ci fa strada verso vico Erminio, introducendoci a Aldo Chiocca, titolare da 47 anni de “Al Fornetto”, forno storico di Sestri: “Da decenni produciamo pane e focaccia per i sestresi, utilizzando ricette, strumenti e procedure tipiche per i nostri prodotti tipici”, racconta Aldo, che aggiunge “una delle tante nostre specialità è il pandolce cosiddetto alto, che è il vero pandolce alla genovese”. Sarebbero molti gli “spunti” per rimanere a parlare dei dolci del maestro del forno Chiocca, ma il nostro percorso non è ancora finito.
Mussa di Ferro, leggenda e realtà
Torniamo in via Vigne, raggiungendo il civico numero 70, entrando nella trattoria-ristorante forse più famosa di Sestri: stiamo parlando de “C’era una volta… la mussa di ferro”, punto di riferimento assoluto per la gastronomia tipica di ponente. La titolare, Rita Saturnino, illustra l’anima di questo ristorante, a partire dal nome, senza dubbio curioso: “Quando abbiamo rilevato l’attività, abbiamo continuato a utilizzare il forno storico del locale, ultracentenario, dove è stata preparata la farinata che ha sfamato generazioni di sestresi”. E il nome? Sicuramente non passa inosservato per noi genovesi… “Sono molte le leggende riguardo alla prima proprietaria del ristorante (che, inizialmente, era una friggitoria. ndr): Era una donna tenace, di ferro, che lavorava senza sosta tutti i giorni nell’anno, dedita al suo lavoro, capace di gestire con successo un’attività sicuramente non comoda”. Usciti dal locale, Attilio Canneva racconterà una versione differente della leggenda, che vuole la donna di ferro sopravvivere a ben tre mariti…e chi ha orecchi per intendere intenda, noi continuiamo il nostro goloso tour gastronomico.
Nonna Egle, il bar di Coppi
Per chiudere una giornata passata tra pasta, dolci e goloserie varie, che cosa c’è di meglio di un buon caffè con relativo ammazzacaffè? La risposta a questa ovvia domanda retorica è il bar di Nonna Egle, sito in via Vigna 88, all’angolo con la centralissima piazza Baracca. “È sicuramente uno dei bar di riferimento dei sestresi da sempre – ci spiega Egle Lupi, la titolare, mentre asciuga il bancone, con il sorriso di chi fa da anni ciò che gli piace fare – perfino Fausto Coppi, sposato con la sestrese Bruna Ciampolini, , veniva qui tutti i giorni per l’aperitivo…”.
Dopo cannoli, pasta al pesto, farinata, pinolata, pandolci e caffè, concludiamo il nostro tour gastronomico con un bella passeggiata per via Sestri, centralissima in questa saporita cittadella del gusto.
Venerdì 19 novembre 2010, alle ore 18.00, presso il salone della Croce Verde in Via Gian Giacomo Cavalli 5 a Sestri Ponente, la Sindaco di Genova Marta Vincenzi, il Presidente della Regione Liguria Claudio Burlando e il Presidente della Provincia di Genova Alessandro Repetto, incontreranno i cittadini sestresi per illustrare i provvedimenti assunti a sostegno delle vittime dei danni alluvionali ed il piano di riqualificazione urbanistica, che la Regione Liguria aveva già approvato prima dell’alluvione, comprendente interventi sul centro storico di Sestri Ponente e sul riassetto idrogeologico del Torrente Chiaravagna.
Rispondendo all'appello a qualche giorno di distanza, Eugenio pensa d'essere ormai in ritardo. Invece, arrivato a Sestri, scopre che c'è ancora lavoro da fare. Una giornata tra i volontari, al fianco della Protezione Civile: uniti, contro il fango.
Pare impossibile, ma è così. Il Molinassi, innocuo rigagnolo sestrese, all’improvviso si trasforma in una sorta di Stige distruttore di tutto quanto gli capiti a tiro. Piazza Clavarino è in ginocchio, come buona parte di Sestri. Sono passati i giorni e l’alluvione rotola inesorabile nelle ultime pagine dei quotidiani.
Ma le cantine, i fondaci e i piani terra rigurgitano ancora frammenti d’inferno. Avendo letto tardi l’annuncio su internet relativo alla ricerca di volontari civili per dare una mano, chi scrive riteneva di arrivare in loco e rivelarsi in tutta la sua inutilità. Mai supposizione fu più erronea.
Prima in Municipio, in via Sestri 7, per registrarsi fornendo i propri dati e il numero di cellulare. Poi al Ver, in via Vado 47, a munirsi di stivali di gomma e robusti guanti. La Protezione Civile non perde tempo: passa a prenderci Stefano “Steve” Poggi, sergente dell’esercito ma – prima di tutto – volontario reduce da giorni di lavoro “sporco”, munito di pale e badili. “Ce n’è di lavoro, ragazzi – ci racconta – ne avremo ancora per una settimana buona”. Arriviamo in una cantina che un nugolo di persone sta liberando pian piano dal fango. Tutti volontari, alcuni già in pensione, ed altri, come Steve, che hanno abbandonato momentaneamente il lavoro per dedicarsi agli altri. Il fango ricopre tutto, lasciando intuire che durante i giorni peggiori l’acqua ha conquistato ogni centimetro cubo nella cantina.
Ora tutto è ridotto ad una massa informe da cui emergono i più svariati oggetti: biciclette, fucili giocattolo, attrezzi, chiodi, bulloni. Spalare, pulire, spalare, pulire, e infine aspirare la melma con grossi tubi collegati ai camion messi a disposizione dalla Protezione Civile. “Niente, niente. Non c’è niente da recuperare. Buttiamo via tutto, vi prego” ordina il proprietario, dal volto torvo, allucinato. In quella cantina ci sono solo brutti ricordi da cancellare. Per fortuna un impegno, quel fatidico giorno, gli ha impedito di stare a lavorare là dentro. Si sa come vanno a finire queste cose: cercando di salvare il salvabile, si rischia di perdere ciò che si ha di più prezioso. Le strade intorno a Piazza Clavarino sono ancora colme di polvere, e le raffiche di tramontana creano un paesaggio da film di Sergio Leone.
Ma non è Far West, siamo a Sestri Ponente, un quartiere devastato che sta provando a rialzarsi, grazie allo spirito di solidarietà tipico degli uomini civili dopo la catastrofe. “Avete fame? Venite a casa mia, vi faccio un panino” esordisce “la Cippi”, nome con il quale è conosciuta in quartiere. La sua casa è un patchwork di fango raffermo, a testimoniare il gran numero dei volontari che hanno approfittato del suo pane e della deliziosa gorgonzola di Novara.
Tutti aiutano, tutti cercano di rendersi utili in qualche modo. Si respirano fango ed empatia, che Philip K. Dick individuava come unico sentimento in grado di distinguere l’uomo dal gelido androide.
La situazione rimane critica nell'area lungo il Rio Molinassi. Frane e smottamenti potrebbero causare esondazioni. Tre fasi decise con la Protezione Civilei: dal divieto di parcheggio fino all'abbandono dei locali interrati o a pianterreno
Un piano contro il rischio di nuove alluvioni nella zona lungo il Rio Molinassi a Sestri Ponente. Lo hanno predisposto Comune e Protezione Civile in seguito alle piogge torrenziali dei giorni scorsi e alle previsioni che parlano di altre precipitazioni in arrivo. Si tratta di una serie di misure territorialmente delimitate e che prevede, nella situazione di maggiore difficoltà, lo sgombero dei locali interrati (cantine e garage) e di quelli sul piano strada (negozi) e a pian terreno.
Il video Come mettere in sicurezza il rio Molinassi: parla Paolo Tizzoni
Il video Linee di intervento per fronteggiare l'emergenza geologica: parla Marta Vincenzi
Verrà attuato, previo avvertimento della popolazione, solo in caso di raggiungimento di determinate condizioni di rischio. Il piano è suddiviso in tre fasi a seconda dell'evolversi della situazione.
Il bacino idrico del rio Molinassi, che comprende un territorio di circa 10 chilometri quadrati, è stato pesantemente interessato dal nubifragio del 4 ottobre, quando in poche ore sono caduti circa 400 millimetri di pioggia, quantità del tutto eccezionale. A seguito di ciò, nel punto di congiunzione con il rio Nan, nei pressi di via Clavarino, dove il Molinassi entra sotto la copertura che lo porta fino al mare, passando sotto Sestri e Fincantieri, ha ceduto un tratto di argine cinquecentesco, provocando l’occlusione dell'alveo del torrente. La situazione è complicata dalla presenza di alcune decine di microfrane lungo il tratto più montano dei rio. Questi smottamenti, nonostante siano ancora “appesi”, rappresentano una minaccia per il defluire dell’acqua e per i lavori di pulizia del tratto terminale del Molinassi, previsti per i prossimi giorni.
Considerato questo quadro idrogeologico e viste le previsioni di nuove piogge nei prossimi giorni, Comune di Genova, Protezione Civile, AMIU e Vigili del Fuoco hanno diramato un’avviso che riguarda tutti i cittadini che abitano nelle seguenti strade: Via Sant'Alberto (dall'inizio di via Merano e civico 18), Piazza Clavarino, Via Vado, Vico Sperone, Via Monfalcone, Via Ala, Via Corsi, Via Siracusa, Via Capitano del Popolo, Piazza Pochi, Via Merano, Via Canobbio, Via dei Costo, Via Soliman, Via Acquacalda, Piazza Albertina, Via Leoncavallo, Via Cerruti nel tratto da via Soliman a via Leoncavallo
L'avviso, che decreta la situazione di emergenza prevista per le prossime 72 ore, prevede tre fasi:
Fase 1 (già in corso): i cittadini sono tenuti a liberare e non pernottare in locali posti sotto il livello della strada, non sostare con il proprio veicolo in Via Vado,via Merano tra via Soliman e lo stacco laterale che adduce al bocciodromo Ansaldo, via Soliman (con esclusione della zona antistante l’ex Manifattura Tabacchi dall’incrocio con la Via dei Costo all’ingresso Fincantieri), via Corsi, Piazza Poch lato ponente, piazza Clavarino, via Sant’Alberto tra via Merano ed il civico 18 R. Le attività del mercato bisettimanale di via Dei Costo sono sospese, come sospeso è l'utilizzo del sottopassaggio di piazza Och
Fase 2 (già in corso): questa fase, che inizia 3 ore prima della prevista alluvione, oltre alle direttive relative alla Fase 1, prevede il divieto tassativodi utilizzare anche temporaneamente i locali situati sotto il livello della strada. I cittadini, inoltre, sono tenuti a prestare la massima attenzione a tutti i canali di comunicazione per le informazioni di protezione civile, adottando comportamenti di prudenza a salvaguardia della propria incolumità e segnalando tempestivamente al Centro Operativo Comunale qualsiasi criticità di carattere socio-sanitario e situazioni di potenziale pericolo per l’incolumità pubblica.
Fase 3 (che inizia ad un'ora dall'inizio della prevista alluvione): i cittadini devono effettuare l'immediata chiusura di tutti i locali posti sotto la strada ed a livello della strada, portandosi ai piani superiori degli immobili o allontanandosi rapidamente a piedi dall’area a rischio. Durante tutta questa fase, fino al cessato allarme, permane il divieto assoluto di circolazione veicolare nell’area a rischio. Gli occupanti dei piani alti degli immobili sono invitati a fornire la necessaria assistenza ed ospitalità temporanea a chiunque ne abbia bisogno. Devono inoltre essere lasciati aperti i portoni per consentire il riparo a chi si trovi in strada. La fine dell'emergenza verrà comunicata a mezzo volantini, pannelli luminosi, paline AMT, stampa e con altoparlanti.
Si raccomanda la massima tempestività poiché il bacino idrico del Molinassi è estremamente veloce: in circa 15 – 20 minuti, infatti, le acque possono dai monti arrivare al mare, e nuove frane e smottamenti a monte potrebbero accellerarne eventuali esondazioni.
Le comunicazioni relative all'allarme alluvione verranno effettuate attraverso l’istallazione di pannelli luminosi, attraverso il servizzio integrato AMT e grazie all'intervento diretto del numeroso personale già presente in loco. L’ordinanza prevede anche l’attivazione (già in corso) di Fincantieri per aprire la foce del torrente allo scopo di agevolare il deflusso dell’acqua.
Bisogna sottolineare, per evitare allarmismi, che non si tratterà di evacuare interi edifici e zone di Sestri, ma solamente di tutti quei locali direttamente minacciati da una potenziale esondazione come cantine interrate, negozi e locali sul piano strada e garage. In data 10 ottobre, dalle ore 20, la zona suddetta è da considerarsi già in Fase 2.
E’ inotre costituito il CENTRO OPERATIVO COMUNALE presso il Municipio 6 Medio Ponente - Via Sestri, 7 tel. 010 5576201/205/207 al quale i cittadini potranno rivolgersi per ogni ulteriore informazione.
In rete il sito ufficiale del Municipio VI Medio Ponente.
Nasce ufficialmente Prossima Fermata Genova, il nuovo progetto di Città Digitale che si propone di portare in rete tutti i nove municipi che compongono il frastagliato arcipelago cittadino.
“Un grande arcipelago su cui Genova ha costruito la propria forza, unicità e particolarità. Diventati territorio metropolitano, i nove municipi hanno continuato a mantenere la propria identità territoriale e una particolare connotazione storico e sociale. Che li rende unici, irripetibili.
Un’occasione per queste diverse parti dello stesso territorio di offrire, mostrare e perpetuare la propria identità, la propria storia, le proprie tradizioni. Ogni strada, ogni fatto, ogni racconto un tassello, una tessera. Dall’alto, un mosaico enorme e bellissimo, chiamato Genova.”
Una “città lunga” che vuole lanciare un nuovo, aperto e “lungo discorso”. Si parte con il Medio Ponente. Su queste pagine, da oggi, potrete assaporare regolarmente la vita di Sestri, Cornigliano e dintorni. Il Municipio VI è, infatti, stato prescelto per inaugurare questa avventura. Un’avventura che non ha comparse o comprimari, ma solo attori protagonisti. Questo nuovo strumento serve certamente per rilanciare una logica di valorizzazione del territorio sia dal punto di vista turistico-culturale che da quello sociale, ma si rivolge in prima istanza agli stessi cittadini per coinvolgerli attivamente nella costruzione di un’identità locale attraverso contributi, proposte, materiali, discussioni, scambi. Insomma, la nascita di una nuova comunità sul web per favorire gli incontri e i confronti nella vita reale.
Ci auguriamo che il sito possa diventare, realmente e telematicamente, il luogo della tradizione e dell’innovazione, del radicamento e del cambiamento culturale, delle piccole cose e delle iniziative di rilievo a forte richiamo esterno. Per questo motivo, si propone fin dall’origine una connotazione fortemente dinamica e volta alla partecipazione attiva di tutti i cittadini, dando finalmente adeguata visibilità a una delle risorse più diffuse in città: l’associazionismo. Non esattamente un’esperienza di giornalismo partecipativo ma qualcosa che gli ci si avvicina, dando la possibilità realmente “diffusa” di farsi portavoce di quello che succede in tutti gli anfratti della Superba.
Un terreno ampliamente inesplorato, in cui avventurarsi senza troppi timori e con la decisione e l’entusiasmo di chi si appresta a vivere una nuova esperienza. Una doppia palestra, per i cittadini che per la prima volta potranno provare a cimentarsi in un progetto di tal fatta, e per l’amministrazione che in questo modo prosegue il suo cammino di avvicinamento alla gente in un progressivo processo verso la trasparenza.
Affinché tutto ciò possa raggiungere il successo sperato, è necessario un piccolo ma rivoluzionario cambiamento di mentalità che, siamo certi, le funzionalità più prettamente partecipative e in ottica web 2.0 potranno senza dubbio favorire. Anche in quest’ottica la pietra angolare restano i cittadini che devono rendersi protagonisti del passaggio da semplice pubblico che appartiene a una community a membro attivo e partecipe della vita della città, sulle strade virtuali e carrabili.
Sestri, le sue strade, teatri impensabili di battaglie, di scontri a fuoco, di rappresaglie, di avventure: accompagnati da Attilio Canneva, testimone diretto di quei fatti, abbiamo ricostruito alcuni episodi di quei giorni, ricostruendo, attraverso un itinerario degli angoli della Sestri di oggi, quei momenti che hanno fatto la storia, e che non possiamo permetterci di dimenticare.
Immaginare la Sestri di oggi come scenario di guerra non è facile, eppure pochi decenni fa anche in questi luoghi si combatteva la guerra di Liberazione dal nazifascismo. Le case di questa piccola città, oggi inglobata nell’urbanità genovese, i suoi muri, e le sue strade sono state spettatori immobili di quei momenti drammatici quanto vitali per la storia del nostro paese, e, grazie ai ricordi dei protagonisti ancora in vita, possono tornare ad essere contenitori della nostra storia, che non possiamo permetterci di dimenticare. Da qui nasce l’esigenza di testimoniare quei fatti, ripercorrendoli attraverso un itinerario degli angoli della Sestri odierna; Attilio Canneva, classe 1932, protagonista diretto di quei giorni, ci accompagna nel nostro piccolo viaggio della memoria della Sestri partigiana.
La prima battaglia
“Pochi giorni dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, - racconta Canneva - iniziarono i primi scontri a fuoco tra la resistenza sestrese e gli invasori nazisti; l’11 la prima battaglia e la prima vittima civile: al fine di far proprio un deposito di armi, i tedeschi inviarono un camion con diversi soldati presso un garage situato in via Costa”. Mentre i nazisti effettuavano il carico, un giovane sestrese lanciò una bomba a mano “che teneva in tasca già priva della spoletta, - precisa l’allora undicenne Attilio - in attesa del momento giusto per il lancio”, facendo esplodere quella piccola santa barbara e dando il via alla battaglia. In quel momento Cesarina Chiabrera, che stava cercando di tornare nella propria abitazione per recuperare le preziose tessere annonarie, veniva falciata da una raffica tedesca. Lei fu la prima vittima tra i civili, mentre due giorni prima era caduto il primo militare italiano: Ettore Matarrese, ucciso dai nazisti al Cantiere Navale di Sestri Ponente il 9 settembre 1943, mentre tentava, invano, in qualità di ufficiale dell’esercito italiano, di impedire l’occupazione dello stabilimento.
Azione e Reazione
Spostiamoci in piazza Baracca, fulcro storico della vita di Sestri, molti episodi legati alla resistenza sono passati da qua. Attilio Canneva ci guida nel ricordo di due episodi emblematici della tragicità di quei giorni: “La mattina del 16 gennaio 1945 vennero trovati in questa piazza e nelle strade che partono da qui, i corpi senza vita di quattro ragazzi, partigiani, catturati in precedenza dalle Brigate Nere, e uccisi durante il coprifuoco notturno”. La storia racconta che durante un trasferimento, probabilmente organizzato ad arte, furono fatti scendere dal camion che li trasportava, ingannati dalla promessa della libertà, e fucilati alle spalle mentre si allontanavano; “In tasca avevano un panino e una mela, il classico ultimo pasto che i fascisti erano soliti dare a chi stavano per giustiziare”.
“Piazza Baracca è sempre stata la piazza per eccellenza di Sestri – ci racconta Canneva – qui fascisti e antifascisti si affrontarono tragicamente con tutti i mezzi: qua c’era un chiosco di bibite, gestito da un collaborazionista, che grazie ad appositi fori, controllava i movimenti dei giovani partigiani sestresi, che all’epoca si incontravano nella chiesa dell’Annunziata. La sua attività di spia portò nelle mani delle Brigate Nere molte persone” La vendetta non si fece attendere: nei primi mesi del 45 il chiosco fu fatto saltare in aria, e il suo gestore ucciso.
L’informazione come arma
Ci spostiamo poco distante da piazza Baracca, in via Giuseppe Biancheri, dove una lapide commemorativa ci ricorda l’uccisione di un diciassettenne, Cesare Ricci, colpevole di aver sfidato il coprifuoco, per scrivere con pennello e vernice messaggi di propaganda antifascista: “Coraggiosamente si mosse di notte per compiere la sua missione – ricorda Attilio – ma fu scoperto, inseguito e giustiziato all’istante, nonostante la sua giovane età”.
L’ultimo ricordo: il Sacrario dei Pini Storti
Dopo aver ricordato e rivissuto episodi simbolo di quei giorni, il nostro viaggio si conclude al Sacrario dei caduti Partigiani del cimitero Pini Storti. In questo luogo si trovano le tombe dei 114 caduti di Sestri, raccolte in un unico sacrario, voluto e costruito dalla popolazione sestrese: questo momunento è costruito su base circolare, quasi ad abbracciare i figli caduti per la libertà, e ha il compito non facile di preservare la memoria di quelle vite spezzate per la libertà di Sestri e non solo.